Dati

Questioni generali
Pianificazione & Sviluppo
Argomenti specifici
Pianificazione e progettazione della resilienza
Posizione
Vico Civico
Taranto
Puglia
74123
Italia
Ambito di influenza
Area metropolitana
Collegamenti
Sito del Piano strategico di Taranto
Video
Emiliano su Laboratorio Taranto
Data di inizio
Data di fine
In corso
No
Tempo limitato o ripetuto?
Un unico periodo di tempo definito
Scopo/Obiettivo
Prendere, influenzare o contestare le decisioni del governo e degli enti pubblici
Scala della partecipazione pubblica
Consultare
Numero totale di partecipanti
216
Aperto a tutti o Limitato ad alcuni?
Aperto a tutti
Demografia dei destinatari (del target)
Funzionari pubblici, dipendenti della pubblica amministrazione
Organizzazioni degli Stakeholder
Tipi generali di metodi
Riunioni pubbliche
Tipi generali di strumenti/tecniche
Raccogliere, analizzare e/o sollecitare feedback
Metodi, strumenti e tecniche specifici
Focus Group
Legalità
Facilitatori
Formazione dei facilitatori
Facilitatori professionisti
Faccia a faccia, Online o Entrambi
faccia a faccia
Tipi di interazione tra i partecipanti
Fare domande e rispondere
Esprimere solo opinioni/preferenze
Ascoltare/Guardare come spettatore
Informazioni e risorse per l'apprendimento
Presentazioni di esperti
Metodi decisionali
Generazione di idee
Comunicazione dei risultati e delle conoscenze ottenute.
Nuovi media
Relazione pubblica
Organizzatore/manager principale
Asset
Tipo di Organizzatore/Manager
Società di proprietà del governo
Finanziatore
Regione Puglia
Tipo di finanziatore
Governo regionale
Personale
Volontari
No
Evidenze empiriche relative all'impatto
Tipi di cambiamento
Cambiamenti nelle politiche pubbliche
Autori del cambiamento
Organizzazioni degli stakeholder
Funzionari pubblici eletti
Funzionari pubblici / Dirigenti della PA
Valutazione formale
No

CASO

Taranto futuro prossimo

2 settembre 2020 alexmengozzi
1 settembre 2020 alexmengozzi
Questioni generali
Pianificazione & Sviluppo
Argomenti specifici
Pianificazione e progettazione della resilienza
Posizione
Vico Civico
Taranto
Puglia
74123
Italia
Ambito di influenza
Area metropolitana
Collegamenti
Sito del Piano strategico di Taranto
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Emiliano su Laboratorio Taranto
Data di inizio
Data di fine
In corso
No
Tempo limitato o ripetuto?
Un unico periodo di tempo definito
Scopo/Obiettivo
Prendere, influenzare o contestare le decisioni del governo e degli enti pubblici
Scala della partecipazione pubblica
Consultare
Numero totale di partecipanti
216
Aperto a tutti o Limitato ad alcuni?
Aperto a tutti
Demografia dei destinatari (del target)
Funzionari pubblici, dipendenti della pubblica amministrazione
Organizzazioni degli Stakeholder
Tipi generali di metodi
Riunioni pubbliche
Tipi generali di strumenti/tecniche
Raccogliere, analizzare e/o sollecitare feedback
Metodi, strumenti e tecniche specifici
Focus Group
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Facilitatori
Formazione dei facilitatori
Facilitatori professionisti
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Tipi di interazione tra i partecipanti
Fare domande e rispondere
Esprimere solo opinioni/preferenze
Ascoltare/Guardare come spettatore
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Presentazioni di esperti
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Asset
Tipo di Organizzatore/Manager
Società di proprietà del governo
Finanziatore
Regione Puglia
Tipo di finanziatore
Governo regionale
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Tipi di cambiamento
Cambiamenti nelle politiche pubbliche
Autori del cambiamento
Organizzazioni degli stakeholder
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Valutazione formale
No

Taranto è l’ultimo caso italiano di scontro tra l’ideologia industrialista a crescita illimitata, che ha caratterizzato l’epoca della grande fabbrica, e l’ideologia della sopravvivenza con il suo pervicace pensare ad un mondo futuro, dopo la morte.

Problemi e scopo

“Il Piano Strategico «Taranto Futuro Prossimo» è un processo partecipato, finalizzato alla pianificazione e alla programmazione dello sviluppo sostenibile e valorizzazione del territorio tarantino” (Link 1). 

“La Governance del piano strategico (cioè: l’insieme dei principi, regole, processi e soluzioni organizzative atto a garantire l’efficacia del Piano), si esprime attraverso :

  • Il principio di base: «approccio reticolare dal-basso-verso-l’alto»

Significa che tutti contano in base al proprio ruolo, ma soprattutto in base al contributo strategico e operativo con cui collaborano alla definizione del Piano e alla sua attuazione .

  • La prima regola: «inclusione partecipazione civica »

Si fa sviluppo durevole e sostenibile se i portatori d’interesse ne colgono il vantaggio, se le fasce più deboli diventano protagoniste delle decisioni e delle azioni (ad es. per l’ambiente, la qualità della vita, la salute, il lavoro, la responsabilità dell’azione imprenditoriale), se ciascun cittadino è incluso tra i protagonisti.

  • La seconda regola: «confronto informato».

È necessario partire da una base di dati oggettivi e confrontarsi su questi. Il Piano è efficace se i cittadini sono informati, consapevoli e protagonisti” (Link 1)

Il programma dei focus tematici partecipativi

L’elaborazione del Piano è stata affiancata da “una serie di incontri, aperti a tutti, per porre l’attenzione su specifici assi tematici [...] con l’obiettivo di:

  • identificare le specifiche risorse e potenzialità offerte dal territorio rispetto a determinate condotte operative,
  • individuare criticità e rischi che potrebbero agire da limitatori delle strategie stesse,
  • sancire condotte operative che consentano la massima funzionalità, sostenibilità ed efficacia delle azioni” (Link 1).

Cronologia e contesto di sfondo *

Taranto è una importante città portuale, base navale dall’unità d’Italia, diventa polo siderurgico Finsider (Società del Gruppo IRI - Governo Italiano) nel 1965. Nel 1936 aveva già una popolazione di 117.000 abitanti, doppia di quella che aveva nel 1911. I cantieri navali sono pienamente attivi e attireranno forza lavoro fino agli anni sessanta, quando entreranno in crisi. Dal dopoguerra la città cresce ulteriormente e rapidamente, sia nel suo territorio comunale, fino a 244.000 residenti nel 1981 (nel 2020 sono 195.000), sia nella sua area metropolitana in formazione. 

Nella metà degli anni settanta si aggiunge l’ultima espansione della fabbrica, e alcune aziende di servizi ad essa, ma non si sviluppa un indotto manifatturiero, di lavorazione della materia semilavorata. Non viene creata nessuna cintura verde o spazio vuoto tra aree produttive e quartieri residenziali, anzi i grandi piazzali di polvere minerale sono posizionati a ridosso del quartiere Tamburi. Dagli anni ottanta inizia la crisi della società industriale, e la popolazione inizia a calare. Con la crisi del mercato dell’acciaio, la sovrapproduzione europea e le trasformazioni economiche e sociali, la popolazione inizia a diminuire, emigra, mentre nei comuni metropolitani continua relativamente a crescere. Circa la metà degli operai sono anche piccoli proprietari di terra, di orti, di ulivi e di casa loro e vengono dai comuni limitrofi. L’azienda di Stato non è certo l’ultima a soccombere all’ondata di privatizzazioni e nel 1995 torna a chiamarsi ILVA, nelle mani dei Riva per metà del suo valore. La qualità e la sicurezza del lavoro peggiorano, lo stabilimento di Bagnoli chiude e quello di Genova viene ridotto, trasferendo a Taranto le sue produzioni a caldo più inquinanti. Negli anni novanta gruppi della società civile tarantina iniziano a percepire più intensamente il rischio del forte inquinamento prodotto dalla fabbrica e sollecitano indagini scientifiche e giudiziarie. Nel 2012 la proprietà Riva (Emilio e i 2 figli) e la dirigenza dello stabilimento, accusati di disastro doloso e colposo, vengono arrestati, grazie a 2 perizie disposte dal Giudice per le indagini preliminari Patrizia Todisco. Anche il Presidente della Regione, Vendola, assieme ad altri funzionari, verrà inquisito. Il sostegno al giudice da parte della gente è forte ma il Governo con il decreto n.207 ‘salva Ilva’ del 2012 e il grosso del mondo politico e del lavoro sostengono la continuazione delle attività e sosterranno esplicitamente o implicitamente l’astensionismo quando viene indetto un referendum consultivo cittadino nel 2013. Due sono i quesiti: 1) la chiusura totale dell’ILVA; 2) la chiusura dell’area a caldo, maggiore fonte di inquinamento e lo smantellamento dei parchi minerali. Andrà a votare solo il 19.5% dei 173.000 elettori. I sì comunque ottengono rispettivamente l’81 e il 91 per cento dei voti. Un secondo decreto ‘salva Ilva’ n. 61/2013 e il commissariamento statale continuano a tenere in vita le attività, sebbene a ritmi più bassi. Nel 2013 un gruppo di cittadini farà ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo, relativamente ai due decreti del Governo italiano per non aver tutelato la salute dei cittadini italiani. Dopo un dibattimento durato 3 anni, con la sentenza del 24/1/2019, la Corte riconosce la violazione dell’art. 2 e 8 (diritto al rispetto della vita, privata e familiare) della Convenzione, condannando moralmente il Governo italiano oltre al risarcimento delle spese legali (di soli 5.000 euro) dei ricorrenti. Sebbene materialmente la condanna è irrilevante, come precedente giuridico internazionale ha un effetto politico molto importante. Negli anni successivi, dal 2015 con l’avvento di Emiliano alla presidenza regionale, si crea un fronte comune, tra comitati, associazioni, comune e regione, con ricorsi amministrativi e contenziosi con il Governo e più tardi tra Governo e la nuova direzione Arcerol-Mittal che dal 1 novembre 2018 è entrata in un piano di acquisizione controllata dello stabilimento. Il risultato arriva dopo un lungo percorso iniziato con il bando di gara avviato nel gennaio 2016 dal Governo Renzi e prosegue con il Governo Gentiloni, sempre con Calenda ministro dello sviluppo. A trattative in corso, e contratti già firmati, nell’estate del 2018 si forma il nuovo Governo M5S-Lega e Di Maio è il Ministro del lavoro e dello sviluppo economico. Secondo gli accertamenti richiesti da Di Maio, la gara sarebbe stata viziata, ma secondo l’Avvocatura dello Stato non esistono gli estremi per annullarla. Così, Di Maio - a suo dire - accetta un contratto certamente svantaggioso ma migliorandone le condizioni, ottenendo l’assunzione senza art.18 dei dipendenti, nessun esubero quindi, un rinnovamento degli impianti, adeguamenti ambientali e un piano di rilancio della produzione; ma nel contratto c’è l’immunità penale per tutto ciò che è successo e può venir fuori fino al 2023. Nel settembre 2018, l’accordo viene sottoposto al referendum rivolto ai 10.700 lavoratori, che lo approvano (con il 94% dei consensi e il 70% di partecipazione al voto). [1]

E’ in questo periodo (ottobre/novembre 2018) che si svolge il percorso di ascolto per il Piano strategico di Taranto. Nel frattempo si riforma anche il nuovo Governo M5S-PD.

Nel novembre 2019 si riapre il contenzioso tra Arcelor-Mittal, Governo e commissari, magistratura e autorità locali. La prima minaccia la recessione dal contratto, il Governo si dice ha offerto l’alibi con il ritiro dello scudo penale, i commissari non hanno completato l’adeguamento dell’altoforno 5 e chiedono tempo alla magistratura che ne ordina la chiusura, il sindaco pone un ultimatum per le continue emissioni inquinanti, i lavoratori scioperano, la gente protesta, la disinformazione non manca, altri comitati vigilano. La questione prosegue e si accentua anche durante il Covid, con minacce di chiusura, revisioni dei programmi con nuovi tagli alla produzione e ricorsi alla cassa integrazione così come continuano le minacce ambientali, accentuate dai fenomeni ventosi - anche estremi - che a Taranto non sono rari. [2]

Organizzazione, supporto e finanziamento

Regione Puglia, Presidenza della Regione. Sovrintende la governance del piano strategico, appositamente attivato con la Legge Regionale 25 gennaio 2018, n. 2 («Indirizzi per lo sviluppo, la sostenibilità ambientale e la coesione economica e sociale del territorio di Taranto»), il Piano Strategico è uno strumento di concertazione, utile a promuovere il necessario e auspicato cambiamento delle direttrici di sviluppo, mediante azioni integrate, orientate al risanamento ambientale e alla sostenibilità. [3]

Asset, Agenzia regionale Strategica per lo Sviluppo Ecosostenibile del Territorio. È un organismo tecnico operativo a supporto della Regione (creato con legge regionale n. 41 del 02/11/2017) per la definizione e la gestione delle politiche per la mobilità, la qualità urbana, le opere pubbliche, l'ecologia e il paesaggio, per la prevenzione e la salvaguardia del territorio e del rischio idrogeologico e sismico. “Asset è la nuova agenzia regionale dedicata, come engineering pubblica, alla pianificazione strategica, alla programmazione integrata, alla progettazione e attuazione di opere pubbliche” (Link 2 - Missione). Ha dedicato un gruppo di 7 persone alla redazione del piano (compreso il responsabile Michele Luisi, e il direttore, Raffaele Sannicandro). Ha collaborato alla conduzione dei focus group tematici, il facilitatore free-lance, Fedele Congedo.

Comune di Taranto. Nella persona del Sindaco Nicola Melucci ha promosso l’attivazione ed ha fornito supporto logistico e spazi per gli incontri tenuti nelle sue sedi del centro storico.

Reclutamento e selezione dei partecipanti

Focus tematici. Dal 2/10 al 20/11, 2018, 8 Incontri pubblici aperti a tutti, pubblicizzati con locandine (di cui risultano le immagini) e forse manifesti e social (ma di cui non è dato un piano comunicazione) tenuti nelle sue due sedi del centro storico: Palazzo Galeota, i primi 3 incontri e a Palazzo Pantaleo (più vicino al quartiere Tamburi e allo stabilimento) i restanti 5. Gli incontri erano aperti a tutti, si tenevano sempre di martedì pomeriggio, dalle 15:30 alle 18:30. Prevedevano una introduzione del sindaco e del commissario/direttore di Asset, poi interventi programmati di approfondimento con un assessore e uno o due funzionari tecnici. Al primo incontro ad esempio dopo le introduzioni, è intervenuto l’assessore regionale allo sviluppo, Borraccino, il il direttore del Dipartimento sviluppo economico Laforgia e Aldo Berlinguer della Zona economica speciale Puglia e Basilicata. Ancora come esempio, al secondo incontro dopo le introduzioni, sono intervenuti l’assessore regionale all’industria turistica e culturale, Loredana Capone, il direttore del Dipartimento turismo, Aldo Patruno ed Eva degli Innocenti del Museo archeologico di Taranto. Nei successivi incontri oltre agli assessori regionali e comunali e ai direttori di dipartimento regionali e comunali, sono intervenuti: i presidenti di Aeroporti di Puglia Spa e di Autorità sistema portuale del Mar Jonio, il comandante del Comando marittimo sud, i presidenti Confcommercio, Confesercenti e Confindustria Taranto, un dirigente di RFI (Ferrovie), il direttore di Arpa Puglia, il Commissario straordinario per gli interventi urgenti di bonifica di Taranto, il direttore del Dicar (Dip. ingegneria civile e architettura) dell’Università di Bari. All’ultimo incontro è intervenuto Michele Emiliano (Presidente Regione Puglia), oltre ai dirigenti del Dipartimento regionale della salute e dello sport e ad un dirigente del CONI. 

Sono state registrate 216 presenze: imprese, associazioni culturali, associazioni di categoria, amministrazioni pubbliche, amministratori locali, professionisti, studenti. Non vengono menzionati sindacati, comitati, associazioni ambientaliste. Alcune di quest’ultime invieranno un documento che è stato messo online nelle pagine del sito del piano strategico, alla voce “partecipazione” con una visibilità pari a quella del “Diario dell’ascolto”, il documento in cui viene riportato lo svolgimento degli incontri (Link 1 - Il Piano - Partecipazione). 

Media locali. Gli eventi sono stati seguiti e riportati nelle rubriche della cronaca locale. 

Piano Taranto. Il documento (non datato e non firmato) di 47 pagine, consegnato dalle associazioni, ha per titolo “Piano Taranto” ed è “stato consegnato” da Associazione “Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti”, Ass.ne “Giustizia per Taranto”, Ass.ne “Taranto respira”, FLM uniti Cub sindacato di base, gruppo “Tamburi combattenti”, movimento “TuttaMialaCittà”. [4]

Metodi e strumenti utilizzati

Focus group. Sono modalità molto comuni per riunire un gruppo di persone e avviare con loro una discussione attorno a un tema desiderato, grazie alla conduzione di un moderatore che è chiamato a stimolare la discussione e a verificare che tutti possano esprimere la propria opinione. Attraverso tale metodologia si possono raccogliere pareri diversi, stimolare un confronto tra posizioni diverse ed esplorare diversi punti di vista ovvero arrivare ad un accordo. Per facilitare la discussione si può fare ricorso all’utilizzo di post-it, mappe e fogli, che permettono a coloro che non sono a loro agio nel parlare in pubblico di esporre le proprie opinioni e a coloro che hanno difficoltà di sintesi di riflettere su quale sia il concetto fondamentale che vogliono esprimere. In genere i focus group ospitano 12-14 partecipanti. In questo caso erano maggiormente strutturati in formato convegno, infatti erano previsti 3, 4, in alcuni incontri 5 interventi programmati e i partecipanti (di solito oltre i venti) erano disposti frontalmente al tavolo dei relatori. 

Cosa è successo: processo, interazione e partecipazione

Focus tematici. Si riportano di seguito, per ogni incontro, alcuni dei contenuti emersi - i più comprensibili - così come riportati nel verbale del Diario dell’ascolto. Le frasi sono attribuibili a singoli individui per cui sono frammentarie. Non è data una sintesi e soprattutto non emergono mai nodi conflittuali evidenti, né un ordine di priorità. Non è chiaro con quale metodologia i contributi siano confluiti nel Piano definitivo. 

02/10/18 - ZES, La Zona economica speciale del Mar Jonio. Verso la differenziazione economica ed occupazionale. La ZES è un incentivo allo sviluppo, un ‘defibrillatore’ per le crisi. La sua perimetrazione attorno a Taranto porta in quel territorio delle facilitazioni burocratiche all’insediamento di nuove attività e a detrazioni degli investimenti sul credito d’imposta. Sostanzialmente viene fatto notare quanto già detto e pianificato in altre sedi: connessioni a piani mobilità e piste ciclabili della Magna Grecia, miglioramento della connessione infrastrutturale con porto e sistema logistico ferro, gomma, aeroporto. Innovare l’economia del mare, dall’alimentare al turismo e ricerca, anche nel campo dell’agroalimentare dell’entroterra.

09/10/18 - Un altro volto di Taranto. Prospettive per l’industria culturale. 

Serve una visione d’insieme, con una cabina di regia che può essere svolta dall’Urban Center, per il raccondo con le imprese culturali. Le ricchezze, le stagioni culturali sono vive ma c’è una bassa propensione a fare rete. Occorrono dei patti etici e progetti congiunti da sostenere nel tempo e per tutto l’Arco jonico. I beni comuni, gli immobili del centro storico, sono da valorizzare con attività sociali dal basso con l’inclusione sociale e attività generative di economia che raggruppino contenuti coerenti attraverso percorsi di progettazione partecipativa. 

16/10/18 - Le portualità di Taranto. Sviluppo logistico, integrazione con la città. Si possono realizzare dei porti turistici fino a Santa Maria di Leuca; si dovrebbe adattare il ponte girevole (storico ponte dell’arsenale) perché ogni volta che passa un’imbarcazione di una certa altezza deve essere aperto e si ferma il traffico cittadino; centro addestramento nautico-velico cogenerato dai gestori jonico-salentini nell’isolotto di San Paolo.

23/10/18 - Dalla campagna al mare. Turismo e filiere produttive. Valorizzare le produzioni locali con un centro permanente a San Basilio, con una mostra permanente e un centro accoglienza turisti. Ciclovie e turismo ciclistico su tutta la costa; alberghi diffusi di alta qualità gestiti a distanza per un turismo destagionalizzato. Turismo di città e congressuale riqualificato. 

30/10/18 - Accessibilità e mobilità. Integrazione delle reti e dei servizi. La stazione taglia in due il quartiere e non consente l’intermodalità, mentre dovrà diventare un hub con una riconessione ciclopedonale. 

06/11/18 - Superare l’emergenza. Tutela dell’ambiente e sviluppo sostenibile. Si deve procedere velocemente alle bonifiche.

13/11/18 - Taranto arcipelago policentrico. Strategie per la rigenerazione urbana. Serve una governance con tavoli multilivello che funzionino da cellule indipendenti rispetto alle oscillazioni politiche. I piani di dettaglio offrono concretezza come i Piani integrati di rigenerazione urbana come le “Tre terre” e l’Isola Amministrativa. I micro-cantieri testano le possibilità della città e rendono percepibili gli elementi a indirizzo strategico. 

20/11/18 - Una città sana. Salute e sport a Taranto. Localizzazione del nuovo polo ospedaliero a San Cataldo. Serve una valutazione multidimensionale per le strutture intermedie, la sanità quotidiana, il pronto soccorso, la rete dei servizi sociosanitari. A Taranto, unica candidata, si svolgeranno i giochi del Mediterraneo 2025. Emiliano e le autorità ritengono che sia un’occasione per ottenere una svolta d’immagine e risorse. Ma va rivolta particolare attenzione agli impianti sportivi di base, attualmente insufficiente rispetto alla domanda. In direzione futura si prospettano un centro nautico, una piscina olimpica, un campo di atletica. Fra le novità comunali c’è il campo scuola. 

Diario dell’ascolto. Così è titolato il resoconto che restituisce i focus tematici. In generale appare emergere “la necessità di addivenire, attraverso la pianificazione strategica, a un quadro sistemico e cross-settoriale, da cui muovere verso azioni di rapido avvio, ossia capaci di innescare già nel breve periodo un processo tangibile di cambiamento. Una necessità che sembra ancora più stringente, stante una comunità che nel corso di questo ciclo di incontri è parsa rappresentare quale più generale criticità del territorio tarantino la difficoltà di portare a effettivo compimento quanto da tempo programmato in lunghi e complessi percorsi settoriali di trasformazione e sviluppo. [5]

Piano Taranto. Documento delle associazioni e comitati che si battono per la chiusura dell’acciaieria. Il documento illustra dapprima come il caso del polo siderurgico rappresenti un modello di sviluppo insostenibile che impedisce alla città di reagire alla crisi incontrovertibile del modello stesso, con visioni e percorsi economici alternativi. Vengono elencate le numerose ingiustizie subite, perpetrate dal governo centrale soprattutto in un lungo periodo, con i decreti salva-Ilva, con enormi quantità di denaro erogate per sostenere un sistema produttivo in perdita, gli enormi costi umani e sanitari, con ricadute concrete, quotidiane, sulla qualità della vita e le sue prospettive deprimenti. Le proposte si concentrano sulle bonifiche dell’area industriale come dei terreni contaminati limitrofi. Si sostiene un ritorno economico di circa la metà della spesa, sebbene ingente, appare come l’unica possibilità di attivare un processo virtuoso basato sul rinnovamento dell’immagine della città, sulla riqualificazione ambientale e paesaggistica, sulla sicurezza e qualità alimentare e l’economia verde, che un grande investimento sulle bonifiche potrebbe innescare. [6]

01/05/19 - 30/06/19 - Consultazione pubblica online, raccolta di opinioni sul piano. Sebbene questa fase venga dichiarata nel progetto pubblicato nelle pagine di Puglia partecipa (Link 3) non risulta in quelle di Asset sul Piano strategico (Link 1). 

Influenza, risultati ed effetti

Non è chiaro come siano confluiti i contributi nel piano. Tuttavia essi stessi sono generati da attori già incardinati. Il discorso emerso dal Diario rispetto al Piano Taranto delle associazioni sembra più blando e minimalista, molto più cauto a proporre un massiccio intervento di bonifica, visto anche che la città non vuole fermare l’impianto. Giustamente viene canalizzata solo la posizione del polo - che si crede maggioritario - che predica la tolleranza a oltranza dell’impianto siderurgico e nel contempo la pianificazione di altri scenari (giochi sportivi, turismo, mobilità) per prepararsi al 'futuro prossimo'. Non è stato fatto nessun tentativo di dialogo e confronto deliberativo. L'unico aspetto chiaro è quello degli investimenti in una nuova governance partecipativa permanente, Il Talab (Laboratorio Taranto), che dovrà assistere le autorità locali a gestire i progetti di cambiamento eco-sostenibile (con progetti di piccola e media entità) e le sinergie tra amministrazioni e attori. 600 mila euro di investimento in un nucleo composto da giovani ingegneri, architetti e scienziati sociali e della comunicazione, con un esperto di partecipazione.

Analisi e lezioni apprese

Si tratta di uno degli ultimi casi, forse l’ultimo, di scontro tra industrialismo e ambientalismo nelle sue forme tardo-novecentesche. La fase di condivisione preliminare del percorso non sembra essere avvenuta. La trasparenza del processo è completa ma di equivocabile raggiungibilità. Tutte le attività partecipative che si svolgono sul territorio regionale vengono presentate sulle pagine di Puglia partecipa, il portale della partecipazione. Anche questo caso è riportato, ma soltanto la sintesi del progetto e le fasi, senza fornire collegamenti al sito di Asset, dove effettivamente la documentazione e i resoconti si trovano. Il contributo fornito da competenze esterne è stato minimo, così come gli strumenti forniti: un’ibridazione tra il convegno frontale con un minimo spazio per interventi dal pubblico. Il processo non ha volutamente affrontato la questione delle questioni perché implicita forse (il grosso della società tarantina è ancora per tollerare il peso dell’Ilva?) o perché fuori dalla propria portata (è del Governo la responsabilità?) o perché non in grado di affrontare una forte polarizzazione con uno strumento partecipativo? Un tentativo più coraggioso poteva essere fatto. Il referendum con quorum è sbagliato certo. Serve un altro strumento partecipativo più dialogico ma comunque risolutivo e che innalzi la rappresentatività (P.e. Giuria dei cittadini ampliata e referendum senza quorum finale; sondaggio deliberativo o assemblea dei cittadini con referendum senza quorum finale). Il Piano non dice granché di innovativo o strategico (mossa abile per raggiungere un obiettivo conteso da un avversario) perché non scava nella conflittualità tra attori. Se il nuovo organismo Talab, replicherà le modalità del Piano strategico che l'ha generato, Taranto rimarrà ancora un avamposto industrialista ma sarà contestato e ostacolato finché non si affronterà la questione con coraggio, affidando la responsabilità alla sovranità cittadina, prima possibile, ottenendo i maggiori vantaggi, in un senso o nell'altro, oppure la si subirà, anche se, e di più, saranno degli attanti (attori non umani) a risolverla (vedi clima, mercato, virus, imprevisti tecnici, ecc…), di volta in volta. 

Vedere anche

Riferimenti

[1] Gautheret, Jerome, En Italie, le dilemme des ouvriers d’ILVA entre défense de l’emploi et lutte contre la pollution, Le Monde, 15/9/2018, https://www.lemonde.fr/economie/article/2018/09/15/en-italie-le-dilemme-des-ouvriers-d-ilva-entre-defense-de-l-emploi-et-lutte-contre-la-pollution_5355548_3234.html (ril. 01/9/20), vedi anche la versione tradotta in italiano, Peacelink, 25/9/18, https://www.peacelink.it/ecologia/a/45702.html (ril. 1/9/20).

[2] Peacelink, ArcelorMittal: dopo nube polveri, sospeso responsabile impianto, 14/7/20, https://www.peacelink.it/ecologia/a/47847.html (ril. 1/9/20). 

[3] Asset, Taranto futuro prossimo, Piano strategico, Documento generale draft 01, p. 5, http://www.tarantofuturoprossimo.it/docwebsite/PS_Taranto_Draft%2001_Febbraio%202020.pdf (ril. 1/9/20). 

[4] Associazione “Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti” et al. “Piano Taranto”, http://www.tarantofuturoprossimo.it/docwebsite/-FOCUS%20TEMATICI%20-%20PIANO-TARANTO-Presentazione.pdf (ril. 1/9/20). 

[5] Asset, Diario dell’ascolto, ott-nov 2018, p. 4, http://www.tarantofuturoprossimo.it/docwebsite/Analisi%20di%20Sistema_DIARIO%20ASCOLTO.pdf (ril. 1/9/20). 

[6] Associazione “Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti” et al. doc. cit.


Collegamenti esterni

  1. Asset, Taranto Futuro Prossimo, http://www.tarantofuturoprossimo.it/ (ril. 30/8/20). 
  2. Asset, http://asset.regione.puglia.it/index.php (ril.1/9/20). 
  3. Puglia partecipa, Taranto Futuro Prossimo, https://partecipazione.regione.puglia.it/processes/taranto-futuro-prossimo/steps (ril. 1/9/20). 


Note

* Oltre che da Wikipedia sono state attinte informazioni da Peacelink.it, fonte ineguagliabile di informazioni sulla questione ambientale a Taranto e molto altro.