Il Comune intende migliorare lo sviluppo urbanistico e sociale, partendo dal recupero e riutilizzo dei beni pubblici, tenendo in considerazione le reali necessità dei cittadini, rendendoli protagonisti attraverso dei processi partecipativi.
Problemi e scopo
«Il Comune intende intervenire per migliorare lo sviluppo urbanistico e sociale, partendo dal recupero e riutilizzo dei beni pubblici, tenendo in considerazione le reali necessità dei cittadini, rendendoli protagonisti. Si vogliono, quindi, attivare processi partecipativi che possano portare a:
- Promuovere la cultura della responsabilità e cura dei beni comuni stimolando un processo di empowerment che porti alla riattivazione dell’impegno civico di cittadini di culture e generazioni differenti;
- costruire le condizioni affinché i processi decisionali locali, e in particolar modo le politiche urbane e territoriali, nascano dal basso e portino alla progettazione condivisa dell’utilizzo dei beni secondo le necessità della comunità, sperimentando forme di democrazia partecipativa;
- favorire la realizzazione di una rete trasversale tra i diversi soggetti presenti sul territorio per il libero scambio di idee e aiuto reciproco secondo una nuova modalità di relazione tra cittadini e Pubblica Amministrazione, in grado di lavorare insieme in una logica di prossimità e co-progettazione;
- promuovere e garantire l’impegno delle diverse fasce della popolazione cercando di porre attenzione anche al coinvolgimento della popolazione straniera, creando occasioni di dialogo, confronto ed integrazione» (Link 1).
«Risultato generale: Individuazione di un piano strategico condiviso per l’utilizzo dei beni pubblici individuati, finalizzati a diventare beni comuni secondo le esigenze della comunità; individuazioni di modifiche da apportare al Regolamento comunale n. 32/2018 (approvato con delibera di c.c. n. 32 del 24/10/2018)
Risultati specifici:
- raggiunta e diffusa la conoscenza in materia di beni comuni;
- raggiungimento dell’empowerment di comunità e impegno civico;
- integrazione delle necessità delle famiglie di origine straniera con quelle autoctone;
- integrazione delle necessità delle famiglie portatrici di particolare interessi;
- individuazione dei possibili utilizzi dei beni pubblici» (Link 1).
Così è riportato nel progetto pubblicato sulla pagina di Puglia partecipa; si presume che si intendano ‘risultati attesi’, ‘da raggiungere’.
Cronologia e contesto di sfondo
Non è dato il contesto specifico. Il progetto è stato candidato al bando regionale per il sostegno ai processi partecipativi locali della Regione Puglia. Il bando e le strutture dedicate alle politiche della partecipazione in Puglia si devono alla legge regionale n.28 del 17/7/2017. La legge è stata voluta da Michele Emiliano, Presidente della Regione dal 2015. La costruzione della legge e la sua applicazione è stata curata da Titti De Simone, Consigliera politica del Presidente per l'attuazione del Programma. Secondo quanto affermato dalla De Simone durante il processo stesso - ella è presente e interviene nell’incontro finale che si è tenuto online il 26/6/20 via Facebook - “è stato uno dei processi [...] finanziato proprio per la qualità della proposta” (Link 3, post del 26/1, min. 7:00).
Il Comune di Carapelle si trova nel Tavoliere delle Puglie, a 18 Km sud est di Foggia. E’ un piccolo comune di 6.500 abitanti, che da piccolissima frazione di campagna è cresciuto costantemente nel tempo (nel 1936 vi vivevano 1.700 persone). La morfologia urbanistica è compatta, come del resto si presenta in gran parte tutta l’area foggiana, lasciando al rurale la dominante funzione agricola produttiva. La tradizione politica è popolare di centrosinistra. Il Sindaco, Umberto di Michele, è in carica dal 2018.
Organizzazione, supporto e finanziamento
Regione Puglia - Ufficio partecipazione coordina tutti i processi e le attività di promozione della partecipazione regionale e cura il portale Puglia partecipa che i processi utilizzano per la comunicazione. Prepara il bando e gestisce le domande degli Enti locali. Ad ogni progetto vengono erogati un massimo di 20.000 euro. Il richiedente tuttavia deve contribuire con il 20% di cofinanziamento a copertura dei costi complessivi preventivati. In questo caso, non viene riportato il contributo regionale richiesto/erogato e dunque nemmeno il costo complessivo del processo. La Consigliera politica del Presidente per l'attuazione del Programma, De Simone, era presente ed è intervenuta negli incontri di apertura e chiusura del processo.
Comune di Carapelle è il titolare della decisione e il promotore del progetto. Non è dato quali risorse umane abbia dedicato al processo. Probabilmente 2 persone nel coordinamento e segreteria informativa. Gli incontri si tenevano nella sala del Consiglio comunale. Il sindaco era presente ed è intervenuto negli incontri di apertura e chiusura.
Fondazione per la cittadinanza attiva (Fondaca Onlus) ha sede a Roma dove è stata fondata nel 2001, da Giovanni Moro (attuale responsabile scientifico). Essa svolge la propria attività di ricerca, formazione e consulenza per lo sviluppo della cittadinanza: “punto di osservazione delle trasformazioni in corso nelle società contemporanee e nei sistemi democratici” (Link 2 - Chi siamo). Fondaca ha collaborato in alcune parti del processo, non è dato se ha contribuito anche alla stesura del progetto, né le risorse umane dedicate, né la remunerazione ottenuta. La sua attuale presidente Emma Amiconi ha partecipato all’incontro conclusivo online.
Reclutamento e selezione dei partecipanti
Le pagine dedicate su Puglia partecipa contengono solo la sintesi del progetto ma nulla di ciò che è avvenuto effettivamente (Link 1). Alcune informazioni sono reperibili dai post FB (Link 3).
14/11/19, primo post su FB con un’immagine del volantino/locandina e logo del processo. Il titolo era “Vuoi conoscere i beni comuni? Vuoi contribuire allo sviluppo urbanistico e sociale del tuo comune? Partecipa al progetto Officina delle Idee”.
10/12/19 (12-13 e 15-18), Incontro di formazione curato da Fondaca: “Educazione alla cittadinanza per favorire processi partecipativi per la cura dei beni comuni”. Pubblicizzato con immagine volantino/locandina il 14/11. Dalle foto si deduce la presenza di 10 persone, di cui una o due facilitatrici e la referente del progetto Raffaella Russo (probabilmente dipendente comunale). La didattica, disposta frontalmente, è stata tenuta da Emma Amiconi (Fondaca).
10/12/19 (18:30), Incontro pubblico di apertura. Pubblicizzato con immagine/locandina il 4/12. Si aggiunge nel testo del post che è “disponibile un servizio di baby sitting”. Erano programmati interventi di: sindaco, De Simone (Regione Puglia), Nicola Gallo (Consigliere comunale delegato alla finanza agevolata) e Emma Amiconi (Fondaca). Moderava l’incontro il giornalista Piero Russo, il cui numero di telefono, assieme a quello di un’altra persona erano disponibili per avere informazioni a distanza. Oltre a questi, dalle foto si deduce una platea disposta frontalmente di 23 persone.
11/12/19 Si aggiunge un post in viene riportato che “Tra una sessione e l'altra” [ndr, del giorno prima], “interessante convegno sulla partecipazione, che ha visto relatori la stessa Amiconi, l’arch. Micaela Deriu, tecnico dell'Ufficio Partecipazione della Regione Puglia, il sindaco di Carapelle Umberto Di Michele, il consigliere comunale Nicola Gallo ed il giornalista Piero Russo”. Nessun riscontro.
17/12/19 (16-19), Primo incontro di discussione guidato da facilitatori esperti. Pubblicizzato il 10/12/19 con immagine/locandina, ma nessun riscontro.
7/1/19 (16-19), Incontro di discussione guidato da facilitatori esperti. Pubblicizzato il 3/1/19 con immagine/locandina. Nessun riscontro.
14/1/19, “Oggi ricognizione in outdoor dei beni comuni. La villa comunale di Carapelle”, nessun comunicato precedente che avvisa dell’appuntamento. Vengono pubblicate le foto del sopralluogo in cui si intravede un solo individuo, oltre al fotografo.
17/1/19 (15-19), Workshop di approfondimento co-progettazione (parte 1), a cura di un formatore di Fondaca. Pubblicizzato il 15/1, due giorni prima.
18/1/19 (9-13), Workshop (parte 2). Dalle foto si deduce la partecipazione complessiva (compreso formatore e organizzatori) di 12 persone.
30/1/19 (16-19), Incontro di co-progettazione guidato da facilitatori esperti. Pubblicizzato il 26/1/19. Nessun riscontro.
26/1/19 Incontro di chiusura (16:30). Online. Pubblicizzato il giorno prima. Sono apparsi nella video registrazione disponibile: Raffaella Russo, referente del progetto; Umberto Di Michele, sindaco di Carapelle; Titti De Simone, consigliera politica del presidente Emiliano per l'attuazione del programma della Regione Puglia; Carine Bizimana, facilitatrice del processo partecipativo; Emma Amiconi, presidente di Fondaca; Serena Faccilongo, cittadina di Carapelle che ha partecipato al processo partecipativo.
Metodi e strumenti utilizzati
Appreciative inquiry. Traducibile in italiano come “Indagine elogiativa o apprezzativa. Questa metodologia punta a produrre prospettive di cambiamento che partono dalla situazione data. A tal fine si elaborano delle soluzioni a un determinato problema esistente, tralasciando l’analisi degli aspetti negativi: ad esempio, non si chiede di proposito cosa non vada o come si possa delineare meglio un problema (come avviene in altri metodi). In un’Indagine elogiativa è prioritario valutare positivamente cosa ha funzionato bene fino a quel momento (ad esempio in un’organizzazione, in un’impresa, in un quartiere o in una regione). Di conseguenza si dovrebbe riuscire a individuare i motivi alla base di tale successo. Questo metodo è stato sviluppato negli anni ottanta dalla Case Western Reserve University (a Cleveland, negli Usa) per gestire il cambiamento. Da parecchio tempo viene impiegato negli Usa, in Australia e in Europa (particolarmente nel Regno Unito, nei Paesi Bassi e in Belgio), ma si sta espandendo anche nei paesi di lingua tedesca (vedi Bundeszentrale für politische Bildung 2006). L’Appreciative Inquiry ha più il carattere di una filosofia che non quello di un metodo partecipativo ben definito. L’applicazione pratica (modalità e conduzione dell’evento, numero, sistema di reclutamento e composizione del gruppo delle/dei partecipanti) è assai variabile [1].
Planning for Real® (PFR). Questo metodo è stato ideato negli anni settanta presso l’Università di Nottingham da un team che faceva capo al ricercatore britannico Tony Gibson; è stato adottato la prima volta in un quartiere di Glasgow e, a partire dal 1988, è stato ulteriormente sviluppato sotto l’egida della “Neighbourhood Initiatives Foundation”. Il Planning for Real mira ad attivare un processo di progettazione urbana partecipata che coinvolge residenti, amministrazioni ed enti pubblici, e imprese. L’elemento tipico e più originale di questo metodo è la presenza del plastico che riproduce il contesto urbanistico. Esso può essere semplificato ed oggi anche digitalizzato, ma il suo ruolo durante la fase di elaborazione e di comunicazione-stimolo verso il pubblico per ottenere ulteriori responsi, riaggregare soggetti e strutturare i piani d’azione, identifica il metodo e la sua peculiarità. Infatti non è consigliabile sostenere di utilizzare un Planning for Real con approssimazione. Il metodo infatti è coperto da un brevetto di proprietà della Planning for Real (Accord UK) e può essere utilizzato solo dietro sua autorizzazione [2]. In questo caso è stato dichiarato l’uso nel progetto (Link 1) ma non ci sono riscontri sul suo impiego effettivo.
Laboratori/workshop di discussione o co-progettazione. Sono incontri assimilabili ai Focus group, modalità molto comuni per riunire un gruppo di persone e avviare con loro una discussione attorno a un tema desiderato, grazie alla conduzione di un moderatore che è chiamato a stimolare la discussione e a verificare che tutti possano esprimere la propria opinione. Attraverso tale metodologia si possono raccogliere pareri diversi, stimolare un confronto tra posizioni diverse ed esplorare diversi punti di vista ovvero arrivare ad un accordo. Per facilitare la discussione si può fare ricorso all’utilizzo di post-it, mappe e fogli, che permettono a coloro che non sono a loro agio nel parlare in pubblico di esporre le proprie opinioni e a coloro che hanno difficoltà di sintesi di riflettere su quale sia il concetto fondamentale che vogliono esprimere. In genere i focus group ospitano 12-14 partecipanti. In questo caso sono stati rilevati gruppi più piccoli di 4 persone, apparentemente non facilitati.
Cosa è successo: processo, interazione e partecipazione
Il processo si svolge nelle tappe indicate nel paragrafo Reclutamento dei partecipanti.
Nonostante appaia interrotto dal confinamento Covid, la Consigliera del presidente Emiliano, De Simone, ha dichiarato che “nonostante il momento difficile [...] sono riusciti a portare comunque a termine il percorso” (Link 3). Tuttavia non c’è un resoconto disponibile, nonostante la De Simone abbia dichiarato di aver ricevuto il documento finale (Link 3), prodotto ultimo del processo, di questo non ci sono riscontri.
L’unico contenuto che emerge dai post e dagli interventi rilevati nella video-registrazione dell’incontro conclusivo online, è l’interessamento dei partecipanti per la Villa Comunale che, anche dalle foto del sopralluogo, sembra in cattivo stato di manutenzione e la si vorrebbe recuperare per incontri pubblici, formazione e attività civiche (Link 3).
Influenza, risultati ed effetti
L’influenza, vista la presenza del sindaco e di cariche regionali, sembra essere effettiva. Tuttavia non ci sono riscontri sui risultati, i contenuti che emergono, da ciò che si può rilevare, sono tautologici o banali.
Secondo tutti gli intervenuti all'incontro finale, gli obiettivi e i risultati attesi sono stati raggiunti. Non ci sono però riscontri documentali né qualche elemento comunicativo che vada oltre a dichiarazioni tautologiche. In particolare non ci sono elementi per notare particolare partecipazione delle famiglie di origine straniera né con esigenze particolari.
Analisi e lezioni apprese
Del tutto non menzionati, se esistenti a Carapelle, i gruppi, i comitati, le associazioni del territorio, per cui la condivisione del percorso con gli attori non pare essere avvenuta. La trasparenza è del tutto inesistente. La comunicazione è molto spesso trascurata, basti vedere che il sopralluogo non è stato avvisato e altri due incontri sono stati pubblicizzati un giorno o due prima. L’aggiornamento e la cura redazionale delle pagine dedicate in Puglia partecipa sono praticamente inutilizzate o riportano informazioni fuorvianti. La rappresentatività raggiunge una dozzina di persone, nel picco massimo 23 (incontro di presentazione/avvio). Ci si chiede a cosa sia servita la presenza della Consigliera per l’attuazione del programma, la formatrice di Fondaca, la consulente dell’Ufficio partecipazione Deriu e la facilitatrice esperta Bizimana, che nelle foto non sembra quasi mai presente o comunque non svolgere tale ruolo.
Vedere anche
Riferimenti
[1] Nanz P., Fritsche M., La partecipazione dei cittadini: un manuale. Metodi partecipativi: protagonisti, opportunità e limiti, Assemblea Legislativa Regione Emilia-Romagna, 2014, p. 60, (scaricabile gratuitamente) https://partecipazione.regione.emilia-romagna.it/tutte-le-pubblicazioni/pubblicazioni/la-partecipazione-dei-cittadini-un-manuale (ril. 27/8/20).
[2] Ibidem, p. 101.
Collegamenti esterni
- Puglia partecipa, Officina delle idee, appartenenza e partecipazione, https://partecipazione.regione.puglia.it/processes/officina--idee-carapelle (ril. 27/8/20).
- 2. Fondaca Onlus, https://www.fondaca.org/index.php/it/ (ril. 27/8/20).
- Facebook, Officina delle idee, https://www.facebook.com/officinaideecarapelle/?ref=page_internal (ril. 27/8/20).